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Protezione dati: riflessioni sull’applicazione in Italia
Dal 2014 il Partito Comunista Cinese con il “Piano di implementazione” adottato dal Consiglio di Stato cinese ha introdotto il Sistema di Credito Sociale (SCS).
Il sistema di credito sociale è un sistema digitale di monitoraggio, registrazione e valutazione basato su dati che classifica e giudica individui, funzionari pubblici, aziende, organizzazioni e associazioni.
Secondo il SCS, pertanto, chi dimostra un comportamento apprezzabile potrà beneficiare di alcuni vantaggi.
Secondo quanto dichiarato dallo stesso Stato Cinese tale sistema mira a facilitare un autocontrollo preventivo in modo da prevenire i comportamenti negativi.
I cittadini, quindi, saranno incentivati a comportarsi in modo socialmente esemplare.
A livello economico, invece, la leadership cinese spera nella funzione di governance e negli effetti di orientamento del sistema di rating.
Il governo, quindi, si pone l’obiettivo di registrare tutti gli aspetti delle attività economiche e commerciali attraverso una regolamentazione completa del mercato basata su tecnologie informatiche e big data.
Secondo il sistema di credito sociale 1,4 miliardi di persone verranno giudicate e un algoritmo assegnerà un punteggio.
Attualmente il sistema è già in uso in Jiangsu, Zhejiang e Sichuan.
Il sistema di credito sociale prevede l’assegnazione di un punteggio di partenza, pari a 1000 punti, suscettibile di incremento nel caso di comportamento positivo della persona o di riduzione per coloro che, al contrario, assumono atteggiamenti considerati negativamente dal governo cinese.
È, inoltre prevista, per chi non agisce in conformità con i comportamenti positivi, una lista nera (blacklist), chiamata ufficialmente “heavily distrusted entities list”.
Aderire al CSC è volontario, ma chi si sottrae viene penalizzato, quindi la libertà è comunque coartata.
Quindi, parliamo di un vero e proprio strumento di controllo che il Governo Cinese ha messo a punto e largamente implementato negli ultimi anni.
Benefici e conseguenze
Quali sono i comportamenti valutati positivamente dal Governo Cinese, in grado di far accrescere il punteggio assegnato alla persona al raggiungimento della maggior età?
Qui di seguito un elenco non esaustivo dei benefici a cui il cittadino ha diritto in caso di “buona condotta” :
- Precedenza nelle ammissioni scolastiche;
- vantaggi nell’assegnazione di posti di lavoro;
- accesso facilitato al credito;
- precedenza negli appalti pubblici;
- migliore assistenza sanitaria;
- riduzioni nei prezzi del trasporto pubblico e nel noleggio di auto e biciclette;
- promozioni più rapide;
- tempi di attesa inferiori per alloggi pubblici;
- agevolazioni e incentivi fiscali.
Per coloro che invece vìolano i valori e gli standard del sistema statale di credito sociale le possibili conseguenze sono:
- Rifiuto di licenze e autorizzazioni;
- divieto per le società di emettere azioni;
- divieto di svolgere attività commerciale in alcuni segmenti di mercato;
- svantaggi nella concessione di licenze di produzione, esportazione o importazione;
- diniego a vedersi assegnati appalti pubblici;
- difficoltà nell’ottenimento di prestiti;
- elevati tassi di controllo sulle importazioni di merci;
- sanzioni per le imprese;
- audit frequenti e senza preavviso;
- svantaggi per viaggi;
- difficoltà nel beneficiare di prestazioni sociali;
- utilizzo limitato dei servizi pubblici;
- impossibilità di impiego nel settore pubblico;
- accesso negato alle scuole private.
La situazione italiana
Anche in Italia si sta sviluppando un dibattito animato sulla questione del credito sociale cinese e sulla sua possibile introduzione nel nostro Paese.
Un esempio è offerto dal Comune di Bologna che ha annunciato di voler introdurre una app per “assicurare un riconoscimento ai cittadini che differenziano i rifiuti, usino mezzi pubblici, gestiscano correttamente l’energia, non ricevano sanzioni municipali e risultino usare in modo attivo la “Card Cultura”.
Il Sindaco Matteo Lepore conferma che tra gli interventi più innovativi ci sia lo smart citizen wallet, “il portafoglio del cittadino virtuoso”.
Tali comportamenti definiti “virtuosi” corrisponderanno a un punteggio che porterà ai bolognesi diversi vantaggi “scontistiche Tper, Hera, attività culturali e così via.”
Non è tuttavia caso isolato.
A Roma, infatti, lo smart citizen wallet risulta già in fase di sperimentazione.
Il sistema è sempre lo stesso e ricalca il sistema di credito sociale cinese, il Citizen Wallet è, come riportato dal sito internet del Comune di Roma, “una piattaforma di premialità che incentiva i comportamenti virtuosi messi in atto dai city user, volti a migliorare la sostenibilità ambientale, sociale ed economica della Città, in linea con gli obiettivi dell’Agenda 2030.”
Il sistema consente al cittadino virtuoso di ottenere punti che saranno in seguito convertiti in premi (beni e/o servizi sostenibili) offerti da Roma Capitale e dai suoi partner.
Criticità
Queste pratiche, se mal sviluppate o utilizzate, possono portare a gravi limitazioni e violazioni di diritti e le libertà dei cittadini, oltre che a pratiche discriminatorie.
In particolare sono ravvisabili una lesione del diritto di uguaglianza costituzionalmente riconosciuto a tutti i cittadini italiani e una violazione del diritto alla libera circolazione degli individui.
Diritto di uguaglianza
L’articolo 3 della nostra Costituzione recita “tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali“.
La “pari dignità sociale” sancita dalla Carta Costituzionale si pone su un piano diametralmente opposto rispetto al sistema del credito sociale.
Sul punto si richiamano, inoltre, le considerazioni del parere congiunto n.5 del 2021 dell’EDPB (European Data Protection Board) e EDPS (European Data Protection Supervisor) sulla proposta di regolamento sull’intelligenza artificiale.
In questo parere, considerato il rischio elevato di discriminazione “sono vietate le pratiche volte a determinare il «punteggio sociale» (social scoring) se attuate «per un determinato periodo di tempo» ovvero «da parte delle autorità pubbliche o per loro conto». Tuttavia, anche le società private come i media sociali e i fornitori di servizi cloud possono trattare grandi quantità di dati personali e ricorrere a pratiche di punteggio sociale”.
Di conseguenza, il futuro regolamento sull’IA dovrebbe proibire qualsiasi tipo di punteggio sociale.
Nonostante le app di credito sociale possano essere proposte dai comuni come un’opzione volontaria, tale modus operandi non risulta comunque rassicurante.
Libertà di movimento
Quanto al secondo limite riscontrato all’applicazione del sistema del credito sociale in Italia, occorre ricordare che l’articolo 13 della Dichiarazione Universali dei Diritti Umani (UDHR), infatti, recita: “ogni individuo ha diritto alla libertà di movimento e residenza entro i confini di ogni Stato. Ognuno ha il diritto di lasciare qualsiasi Paese, compreso il proprio, e di tornare nel proprio Paese”.
Tale diritto si trova in palese contrasto con il sistema cinese ove, secondo una ricerca svolta, solo nel corso dell’anno 2019 a 23 milioni di persone è stato vietato di spostarsi con volo aereo all’interno della repubblica cinese e a 4,25 milioni è stato vietato l’uso di un treno ad alta velocità.
Protezione dati
Ulteriore profilo da considerare è legato alla tutela della privacy, poiché questo sistema potrebbe portare ad un ampliamento dei confini e del perimetro di attacco cyber da parte di terzi.
Il rischio che siano presenti vulnerabilità, più o meno volute, all’interno di dispositivi e apparecchiature informatiche utilizzate per censire i cittadini potrebbe aumentare notevolmente i rischi di attacchi da parte di soggetti terzi con danni economici, sociali e umani incalcolabili.
In buona sostanza appare importante sollevare un allarme forte che blocchi sul nascere questa tendenza a voler copiare un modello quale quello cinese, poiché potrebbe rivelarsi pericoloso e foriero di controlli illeciti sulla persona.
Per ulteriori informazioni contattare l’Avv. Carolina Bozzo dello studio legale Lexinto.
Articolo a cura della Dott.ssa Lopes.