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Plusvalenze Juventus – Cresce l’attesa per leggere le motivazioni con cui le Sezioni Unite della Corte Federale di Appello FIGC hanno inflitto 15 punti di squalifica alla Juventus e pesanti inibizioni nei confronti del management della società.
La Corte di appello ha infatti reso noto il dispositivo della sentenza all’esito dell’udienza del 20 gennaio 2023. Le motivazioni sono attese entro dieci giorni, quindi entro lunedì 30 gennaio.
Fino ad allora, tutto quello che leggiamo sui principali giornali e blog di settore sono principalmente ipotesi e congetture.
Secondo Gabriele Pezzano, avvocato sportivo e partner di Lexinto Avvocati, “solamente con la lettura delle motivazioni sarà possibile comprendere sia le ragioni per cui i giudici hanno deciso di sanzionare – così pesantemente – solamente una società, escludendo responsabilità per tutte le altre squadre coinvolte, sia come si sia giunti a ritenere provato l’illecito sportivo nei confronti della Juventus”.
Le altre società inizialmente deferite dalla Procura Federale, coinvolte nel processo e quindi prosciolte sono Sampdoria, Pro Vercelli, Genoa, Parma, Pisa, Empoli, Pescara e Novara.
In relazione a tutte queste la Corte di Appello ha escluso sanzioni.
È anche interessante notare come i comunicati della Corte non citano né il Napoli, che era stato coinvolto nella prima fase del processo, né il Chievo Verona.
Occorre quindi attendere qualche giorno per comprendere esattamente il percorso logico scelto dalla Corte di Appello FIGC.
Plusvalenze Juventus: l’inchiesta Prisma
Ciò che filtra dalle carte del processo sportivo è che il procuratore capo Giuseppe Chiné sarebbe stato convinto di avere in mano quegli “elementi di prova nuovi che dimostrino la sussistenza degli illeciti” che, in base all’articolo 63 del Codice di Giustizia Sportiva, consentono la riapertura di un processo.
Il riferimento sembra essere – evidentemente – agli atti provenienti dall’inchiesta “Prisma” svolta dalla Procura della Repubblica di Torino. Si tratterebbe dunque di intercettazioni e documenti trasmessi alla Procura FIGC dai magistrati torinesi.
Su questo, pare legittimo sollevare qualche dubbio: secondo Gabriele Pezzano “Attribuire valore confessorio alle intercettazioni telefoniche – ed in particolare ad alcuni stralci usciti sui principali giornali – potrebbe sembrare una forzatura. Quanto detto nelle telefonate dai dirigenti della Juventus può assumere valore solamente se riscontrato da altre fonti di prova”.
“Se poi le motivazioni fondassero la decisione su questi elementi, si verificherebbe un altro paradosso – prosegue il legale – ovvero che le altre società sarebbero state prosciolte non perché non coinvolte nella vicenda, ma semplicemente perché la Procura di Torino ha indagato solamente sulla Juventus, sulla base della propria competenza territoriale”.
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